Il traditore

Il movimento cinque stelle accoltella alle spalle un governo che stava finendo di trasferire agli italiani 50 miliardi di euro contro la crisi, che stava amministrando un piano di sviluppo da 200 miliardi e che rappresentava la garanzia di rispettabilità del paese di fronte alla comunità internazionale. E lo fa con l’unico fine di garantirsi una posizione di vantaggio elettorale per le prossime elezioni.

In mezz’ora di ripugnante sceneggiata da guitto Conte si è fatto megafono di tutte le più oscene peristalsi degli intestini grillini e tutte le ha rovesciate sull’opinione pubblica, compresa la stupefacente barricata contro il termovalorizzatore di Roma.

Mezz’ora durante la quale ha infamato tutti coloro che nella maggioranza hanno faticosamente cercato di porre rimedio agli sconvolgimenti della pandemia, della recessione, della guerra in Ucraina; in cui soprattutto ha infamato il Partito Democratico, reo di essersi schierato dalla parte di Mario Draghi e di non aver sacrificato alla strategia perdente del campo largo – oltre alla dignità politica – anche la sostenibilità e la coerenza dell’azione di governo.

Mezz’ora in cui ha chiaramente fatto capire di non volersi assumere alcuna responsabilità nella difficilissima gestione del prossimo autunno-inverno, ma anzi di esser pronto a scagliare le pietre del populismo contro qualsiasi tentativo di mantenere una linea di governo responsabile che non sfasci definitivamente il bilancio dello Stato.

La speranza di Conte è che Draghi non si dimetta ma, insieme agli altri partiti della maggioranza, chini il capo e si sottometta al ricatto grillino; che raccolga le deliranti direttive sul no alle trivelle, sul cashback fiscale, sullo scostamento di bilancio e soccorra l’armata brancaleone del M5s nel suo disperato tentativo di non sparire dall’arco costituzionale alle prossime politiche. Che si ripresenti alle Camere rilanciando le assurde marchette grilline e che faccia campagna elettorale per loro trascinando il governo su demenziali posizioni populiste. Che si offra ancora, e ancora, e ancora alle imboscate e alle vendette truffaldine del partito più disonesto e impresentabile che abbia mai messo piede in Parlamento.

Ai ricatti non si cede. Non deve – e certamente non vuole – cedere Draghi; non cederanno i leader del centrodestra; non deve cedere neppure Enrico Letta, che invece pare ancora cercare un grottesco recupero in extremis di questa funesta alleanza. Ma non deve cedere neppure Mattarella, perché la governabilità a tutti costi ci ha già fottuto nel 2019 e le elezioni non devono mai esser guardate come un armageddon da evitare a ogni costo.

C’è una sola risposta a questo ricatto, ed è seppellire ogni credito politico residuo del populismo, chiamando rapidamente gli italiani ad esprimersi sullo spettacolo indecente e irresponsabile che Conte e i suoi peones hanno inflitto agli italiani.

Uno scatto di orgoglio – ormai tardivo, purtroppo – è richiesto soprattutto al PD, che si è ostinato per tre lunghissimi e scandalosi anni ad allearsi con chi finirà per diventare il suo peggior avversario alle prossime elezioni. L’unica opzione che resta a Letta è quella di scoprire il gioco di Conte, isolarlo, sbugiardare da sinistra le sue menzogne, puntare sul buon governo di Draghi come principale carta politica da giocare in campagna elettorale. Ogni spiraglio lasciato aperto a chi ha tradito il paese porta solo a ulteriori danni elettorali.

La Meloni ha già un piede sulla soglia di palazzo Chigi; il modo migliore per spingerla definitivamente dentro è lasciare che il fiele secreto dal grillismo agonizzante continui ad avvelenare l’agenda di governo italiana.

7 pensieri su “Il traditore

  1. I grillini passano, come sono passate tante altre mode. Ciò che resta è purtroppo una fetta consistente di PD pronta ad inseguire chiunque, dall’estrema, gli evochi le passioni e gli amori del Novecento. Con queste persone (da Orlando a Zingaretti, a Provenzano, a Boccia, per citarne qualcuno, senza trascurare Bettini) i conti vanno fatti, in un congresso vero non n cui contarsi: ne va del futuro di un partito che ha scelto di chiamarsi PD.

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  2. Un infame, lui e i poteri economici e politici che l’hanno voluto e sostenuto.
    E sciagurato il popolo che ha votato questa plebaglia immonda.
    Ah… fosse possibile processarli per alto tradimento!

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  3. Caro maestro Yoda devo dissentire, non certo sull’analisi che è lucida e puntuale, piuttosto sulle speranze dì Giuseppi.
    Giuseppi è consapevole che sta per essere relegato in un angolo del passato, poco importa che questo avvenga come conseguenza degli avvenimenti della prossima settimana o per un regolamento di conti all’interno degli stardust.
    La speranza di Giuseppi è che Draghi si dimetta, solo così può riuscire a partecipare ancora a qualche recita o meglio replica, reiterando quotidianamente, tra oggi e il voto, la mezz’ora che abbiamo già visto.
    Lo scopo è quello di riuscire a conservare un orticello abbastanza rilevante e da offrire sul mercato della campagna elettorale e o del post voto.
    È stato un errore non banale restare appiccicati agli stardust, perseverare sarebbe tragico

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  4. Caro Beppe, temo che l’obiettivo di Giuseppi e dei suoi sodali, infiltrati ovunque, non sia di crearsi un orticello. E nemmeno le loro azioni sono dettate dalla stupidità o dall’incompetenza. No, sono dei sabotatori della democrazia. Loro VOGLIONO smontare le democrazie, e sono disposti a tutto. Il perché non lo so, e forse non è così importante che un vero perché ci sia… Ma certo è che sono squadristi, e gli squadristi servono a rendere possibili le dittature di vario genere, non ne sono il prodotto.
    Spero di sbagliarmi. Ma da diversi anni penso così, e finora non ho avuto motivo di cambiare la mia sensazione.

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  5. Grillo giustifico’ la nascita del suo movimento dicendo che incanalava la rabbia di alcuni milioni di italiani che altrimenti avrebbero sfasciato tutto.
    Ora io non so se questa analisi sia vera né voglio sottoporla ad una controanalisi fattuale che condurrebbe ad una probatio diabolica impossibile da definire.
    Dico solo che noi qui a Roma abbiamo tuttora in funzione la cloaca massima; se Grillo volesse incanalare la rabbia di questi italiani che consapevolmente o inconsapevolmente hanno votato i parlamentari grillini che alla prova dei fatti si sono dimostrati degli ectoplasmi privi totalmente di senso e ragione politica, può suggerire sia ai masochisti italiani che continuerebbe a votare 5 stelle sia ai parlamentari grillini che hanno assunto il profilo degli ectoplasmi di incalanarsi uno per uno, poiché per loro uno vale uno, all’interno della cloaca massa al fine di far confluire sia la rabbia sia l’inconsistenza politica nelle reflue acque del biondo Tevere in modo da poter in quel luogo dare sfoggio del loro saper fare.
    Al luogotenente Conte, toglierei l’abito dello azzeccagarbugli dal lessico incomprensibile e per questo forse amato solo dagli impavidi seguaci dell’ex compagno Bersani ora grillino di complemento e gli farei indossare quello del pazzariello napoletano che, al grido di scio’ scio’ sciusciue’, chiama a raccolta gli irriducibili populisti di sinistra che non si sono accorti che oggi la coscienza di classe è territorio di conquista della camerata Meloni. Cordialità Michele Soldovieri.

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