Lividi e Usuali

Vi siete presentati come la palingenesi del PCI di Berlinguer, il noumeno e il fenomeno della Vera e Unica Sinistra.

Avete sputato sulla comunità da voi stessi fondata, mistificando la vera inconfessabile ragione della vostra fuga: la nostalgia della ditta e delle posizioni di controllo su quel pezzo di vecchio apparato che fantasiosamente definite “la nostra gente”.

Avete rinnegato il principio fondamentale e distintivo del Partito Democratico: il rispetto della volontà della base e delle decisioni assunte a maggioranza.

Avete soffiato sul fuoco della denigrazione di chi si è assunto, anche in vostro nome, l’enorme responsabilità di portare il Paese fuori dall’abisso, associandovi nei fatti e nei toni a una campagna di disinformazione senza precedenti nella storia della Repubblica e spacciando l’immagine risibile di una “deriva autoritaria”.

Avete sabotato il progetto di riforma istituzionale più ambizioso del dopoguerra, frustrando il tentativo epocale di rinnovamento di un sistema costoso e inadeguato alle sfide che noi e i nostri figli dovremo affrontare in questo secolo.

Avete costruito un progetto irrilevante e minoritario, ma distruttivo e corrosivo per l’intero campo progressista, sfiduciando un elettorato per il quale l’unità a sinistra – voi lo sapevate benissimo – costituisce una condizione essenziale di rappresentanza.

Avete puntualmente confermato le più funeste previsioni sul vostro progetto politico il giorno dopo il voto, mettendo in piazza tutta la fragilità di una leadership sintetizzata in provetta insieme alle patetiche rese dei conti tra “dirigenti”. Non contenti, proiettate le vostre miserabili contraddizioni sulle migliori esperienze di governo locale, come nel caso della Regione Lazio.

Prima che ci si dimentichi di quanto sciagurata sia stata quest’avventura e di quanti danni essa abbia recato al Paese, desidero che ai suoi protagonisti, e in particolare a Massimo D’Alema e a Pierluigi Bersani, giunga l’espressione del mio più sincero disprezzo politico. Meritate fino in fondo l’oblio nel quale siete già caduti, e la condanna della storia; essa, purtroppo, non potrà risarcire le disgrazie che già si profilano al nostro orizzonte e delle quali nessuno potrà togliervi la responsabilità.

6 pensieri su “Lividi e Usuali

  1. Condivido anche le virgole. Leggere questo tuo testo-condanna, mi aiuta a superare e dominare lo stesso furore che mostri, accompagna il mio disprezzo soprattutto per D’Alema che già negli anni novanta, quando presiedeve la commissione per l’esame del conflitto d’interessi nei confronti di Berlusconi, allora eletto, ignorava la legge del 1952 (non ricordo bene) che avrebbe bocciato il cavaliere, consegnando il nostro Paese al ventennio che ancora stiamo pagando. Renzi è stato l’unico vero Riformatore e, come tale, dovevano terminarlo. Ma non molleremo. Lo dobbiamo alle generazioni future. Grazie Yoda

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  2. Hai efficacemente sintetizzato tutto il nostro dolore di ex compagni del PCI di Berlinguer. Questi personaggi non sono degni di quella storia ma solo assetati di potere e di giochi sotterranei per il loro fine.
    Con Prodi, Veltroni e RENZI abbiamo intrapreso, con il PD da sinistra abbiamo intrapreso la strada del vero riformismo, ma loro saranno ricordati per la zavorra che per adesso a frenato il nuovo corso.

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  3. Tutto condivisibile, purtroppo secondo previsioni, non era difficile immaginare il flop di Liberi & Grassi ed il cammino verso l’irrilevanza numerica. Aggiungerei due cose:
    1) mi dispiace per Pierluigi Bersani, che in un’altra stagione ha firmato alcune leggi che davvero hanno aiutato tanta gente a scegliere in libertà e alcune aziende a sperimentare finalmente un po’ di concorrenza.
    2) se proprio si voleva tornare alle parole d’ordine di prima della globalizzazione e del crollo del muro di Berlino, il tentativo di Potere al Popolo mi è sembrato più lucido e coerente, benché inattuale.
    In conclusione, augurandomi che D’Alema tragga finalmente le conclusioni giuste, abbandonando la politica sotto ogni aspetto, mi chiedo quanto beneficio avrebbe tratto il nostro disgraziato paese da una sua nomina a mr. PESC al posto dell’ottima Mogherini.
    Matteo Renzi purtroppo ha commesso questo errore tattico-strategico, che ha condotto al fuoco amico per quasi quattro anni.
    Eppure avrebbe dovuto conoscere l’animus del Gep Gambardella della sinistra.
    Ciò oltre a perseguire tenacemente il progetto di riforma della scuola, mai riuscito ad alcuno dopo Gentile, paragonabile alla campagna di Russia di Napoleone…
    Avesse semplicemente assunto i 150 mila precari, evitando i trasferimenti da Siracusa a Pordenone, avrebbe recuperato almeno 2 milioni di voti…

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